Leggere su una vecchia enciclopedia che i colibrì muovono le ali sessanta volte al secondo e fermarsi a contemplare, ancora una volta, la meraviglia del creato.
Lasciar andare, per sempre, una piccola ossessione.
In attesa del treno, dividere un panino al tonno e maionese e una Coca Cola.
Sdraiarsi su un tappetino da yoga, concentrando l’attenzione su ogni parte del corpo, una per volta.
Camminare su un lago ghiacciato.
Disegnare a occhi chiusi.
Al mare, lasciarsi travolgere da un’onda e rimanere sott’acqua trattenendo il respiro.
Scavare nel profondo di sé per dare un nuovo significato alla parola raccontare.
Il primo fucile ad acqua, tarocco e sfondato, comprato per poche lire all’edicola del paese.
Trovare il coraggio di alzare la mano e chiedere aiuto.
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Riposare e capire l'importanza di rallentare, guardare quel cartone animato che di colpo ti fa ritornare bambina, fare yoga e riscoprire le tue potenzialità da atleta, ridere fino alle lacrime insieme alla tua persona preferita.
te l'hanno già scritto vero? no, dai non voglio essere io il primo pignolo che rovina l'atmosfera... però controlla bene il dato tecnico sul colibrì. con molto più affetto che pedanteria, Marcello